mercoledì 6 marzo 2013

Giochi di seduzione

Dopo i primi approcci con mio figlio Andrea, si svilupparono nuove complicità, soprattutto dopo l’ultima volta, quando mi ritrovai in bagno, con il suo viso tra le cosce e la lingua sulla figa. Cercavamo un contatto in tutti i modi, anche quelli più pericolosi.
Soprattutto Andrea, che nell’impeto di possedere sua madre, dimostrava l’incoscienza dei suo anni.
A volte, anche davanti a suo padre riusciva ad essere perverso. Lo faceva cornuto senza che se ne accorgesse.
Una mattina per esempio, stavo facendo colazione insieme a Gabriele, e mio figlio, appena alzatosi, mi passò accanto, strusciandomi sulla schiena il cazzo ancora in tiro dalla notte.
In quelle occasioni cercavo di restare impassibile, ero tremendamente impaurita dalla reazione che avrebbe potuto avere Gabriele, ma non vi nascondo che la situazione mi intrigava.
Un’altra volta invece, ero seduta sul divano e mio marito era appena andato in bagno, mi ritrovai Andrea dietro di me, e senza voltarmi cominciai ad accarezzarlo, ci misi qualche secondo a realizzare che non stavo toccando la sua mano, ne il suo braccio, ma mio figlio, incoscientemente, se ne stava dietro di me, col cazzo fuori dalla tuta a farselo accarezzare. In quella occasione mi innervosì, gli lanciai uno sguardo nervoso e lui si rimise subito il cazzo dentro la tuta. Dovette sedersi per dissimulare la sua erezione, visto che il padre stava rientrando in camera.
Quella volta fu strana, perché mio marito si sedette vicino a me e mi prese la mano, la stessa mano che aveva appena accarezzato il cazzo di suo figlio.
Evitai di guardare Andrea, ma potevo immaginare un piccolo sorrisino tra le sue labbra.
Ci furono tanti piccoli gesti come questo, per esempio, Andrea faceva finta di non accorgersene e prendeva il bicchiere dove avevo bevuto e se lo portava in bocca, solamente io riuscivo a percepire la malizia con la quale appoggiava le labbra dove poco prima avevo bevuto io.
Non vi nascondo che anche io a volte , scendevo a compromessi con la sua incoscienza giovanile, gli passavo accanto, strusciandogli la figa sulla mano, oppure mentre mangiavo, aprivo la bocca in modo tale da dissimulare il momento nel quale, avevo avuto il suo cazzo in bocca.
In quei momenti era Andrea in difficoltà, la cosa mi divertiva e Dio solo sapeva, in che stato si trovava il suo cazzo.
A volte lo guardavo e mi stupiva vederlo così diverso da suo padre.
Da me, aveva ereditato i caratteri dolci del viso e gli occhi, grandi e scuri, ma la sua pelle era bianca, così diversa dalla mia e da quella di suo padre.
Mio marito è un uomo forte, peloso, mediterraneo, capelli scuri e corti, le gambe muscolose e pelose, il suo cazzo è lungo e grosso, ma non come quello di suo figlio, quello di Andrea è più grosso e più lungo.
Dal primo pompino che gli ho fatto non me lo ero levato più dalla testa, ed a volte mi sento in colpa per questi pensieri, ma in altri momenti me ne infischio e cerco in tutti i modi un nuovo contatto col suo cazzo.
L’altra sera eravamo davanti alla tv, io ero nel mezzo tra mio marito ed Andrea, avevamo una coperta addosso.
Non era una situazione nuova, ma visti gli eventi dell’ultimo periodo era molto pericolosa.
Mi preoccupava la stupidità di Andrea e ve lo confesso, mi preoccupava anche il mio essere troia, e queste due cose insieme erano pericolose.
Stavamo guardando un film e Gabriele mio marito ogni tanto si addormentava, io ero presa talmente tanto dal film, da non accorgermi che nel frattempo Andrea si era leggermente girato verso di me strusciandomi il cazzo sulla coscia.
Me ne accorsi dalle pulsazioni del suo uccello oramai in tiro appoggiato sulla mia gamba.
Lo fulminai con lo sguardo e spostai la gamba, ma l’idea di quell’uccello pulsante mi aveva già eccitata, e ad accorgersene fu anche Andrea, che con un movimento furtivo, infilò la mano tra le mie cosce.
La levò e strofinando il pollice con l’indice e il medio, mi guardava. Le sue dita erano bagnate dagli umori della mia figa.
Mi vergognavo da morire, era bastato il suo cazzo addosso per eccitarmi, ed ora la mia eccitazione si perdeva dentro la sua bocca.
Mio marito continuava a dormire mentre Andrea riportava le sue dita tra le mie gambe e pizzicava le mie labbra. Quello che voleva mio figlio era farmi godere e assaporare i miei umori, e diverse volte si portò le dita in bocca.
Ad un certo punto prese la mia mano e se la portò sul suo cazzo. Non era mia intenzione fargli una sega, soprattutto con mio marito di lato, ma neanche era intenzione di Andrea. Quello che voleva era ben altro, con le dita strinse la sua cappella che rilasciò un liquido sulle mie mani. Non era sborra, ma un liquido pre- seminale. Si avvicinò al mio orecchio e mi disse: “assaggia”.
Portai gli umori del cazzo di Andrea in bocca e mi lasciai invadere dal sapore salato di quella crema. Mio figlio mi guardava mentre assaporavo la sua perversione.
Fu così che finì quella serata, col sapore del suo cazzo in bocca e con una frase che furtivamente mi sussurrò: “mamma voglio vedere come ti scopa papà”.

Lilli

Questo racconto fa parte di una storia a puntate dal titolo: Il diario di Lilli.
Il diario è in continuo aggiornamento, ma se volessi leggerlo questo è l'indirizzo: CLICCA QUI

Se invece volessi scrivermi, mandarmi le tue impressioni, parlarmi della tua eccitazione, questa è la mia e-mail: lillidori70@gmail.com

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