I miei racconti erotici, sono stati la porta per una
serie di esperienze molto eccitanti.
Far rivivere su un foglio la vita sessuale di una mamma
quarantenne, è stato come rivivere tutta le mie esperienze.
E’ stato come scopare nuovamente con mio figlio. Sentire
per la prima volta l’odore della sua sborra, è stato come prenderlo nuovamente
nel culo, essere scopata, una volta ed ancora un’altra.
Racconti erotici molto spinti che mi hanno portato a
conoscere molte fantasie di chi mi scrive, che mi hanno portato ad eccitarmi
con le foto delle loro perversioni.
In questi mesi, tante volte mi sono masturbata,
osservando le foto dell' uccello dei miei lettori, leggendo e godendo delle loro
eccitazioni.
Ma i miei racconti erotici, sono stati anche la porta per
un’esperienza molto pericolosa, vissuta negli ultimi due mesi.
Racconti spinti che mi hanno portato ad un tacco dodici e
ad un rapporto molto pericoloso con uno dei miei lettori. Cominciò tutto da lì,
con un rapporto epistolare molto stretto, dove Sebastiano giocava con la mia
sessualità, mi preparava e mi spingeva verso quel momento, verso quel primo
nostro incontro.
Uno scambio di foto ed azioni che senza che me ne
rendessi conto mi fecero divenire la sua schiava. Inconsapevolmente schiava
delle sue fantasie erotiche.
Cominciò a parlarmi delle sue perversioni, così arrivammo
a chattare e arrivai ad aprirgli le gambe, prima in web-cam e successivamente
dal vero.
I suoi racconti perversi, erano tremendamente eccitanti
ed io non riuscivo a farne a meno, avevo sete delle sue storie, delle sue perversioni.
Avevo sete di lui.
Un giorno che rimasi sola a casa, Sebastiano mi convinse
ad aprire la web-cam.
Fu la prima volta che azzardavo una sexy chattata con un
uomo.
Ero intimorita, ma allo stesso tempo curiosa di vivere
questa nuova esperienza.
Quando le webcam si accesero, nel mio schermo si
visualizzò l’immagine di un ragazzo giovane, senza maglietta.
Il suo fisico era
asciutto, non troppo muscoloso, ma ben
delineato.
Non lo riuscivo a vedere in faccia, la webcam inquadrava
il suo torace e la linea sottile dei suoi addominali, che si perdevano sotto i
suoi jeans.
Li seguì con lo sguardo arrivando al bottone dei suoi pantaloni.
Proprio li, sotto l’ombelico, fuoriusciva una fitta peluria scura, rendendo quell’inquadratura tremendamente sexy.
Alla vista dei peli del suo cazzo tremai, il mio corpo
dovette reagire istintivamente, visto che Sebastiano, si complimentò per i miei
capezzoli, che spingevano contro la magliettina che indossavo.
Lanciai uno sguardo al mio seno. Era vero, i miei capezzoli,
risposero alla vista del suo corpo, restituendo la siluette di una donna quarantenne eccitata da un
ragazzino.
Sorrisi e portai l’indice e il medio sul capezzolo
sinistro. Stringendolo per un attimo.
A questa vista Sebastiano, si portò la mano sul jeans,
accarezzandosi l’uccello.
Mi scrisse,” Lilli
dopo un secondo che ti ho vista, ho il cazzo è in fiamme”.
Accennai un sorrisino davanti questa sua dichiarazione
diretta e volgare,nulla di più, fu lui
che continuò a guidare la conversazione.
Mi disse: accetta
il file che ti sto inviando.
Accettai e mentre aspettavo che il file venisse
trasferito, gli chiesi quale dei miei racconti preferisse.
Mi scrisse che la scena che più gli era rimasta in mente
era quando presi il fazzolettino carico di sborra di mio figlio e me lo portai
al naso.
Ero d’accordo con lui, anche perché grazie a quel
momento, la mia vita, anzi la nostra vita, quella di mio figlio e la mia erano
cambiate per sempre. Un momento di debolezza per una mamma era diventato una porta
per una vita sessuale con il figlio.
In ogni caso, avevo ben presente l’eccitazione che provai
nel prendere quel fazzolettino dal cestino.
La pesantezza di quel fazzolettino carico di sborra di
mio figlio, l’odore di sesso, la mia perversione.
Il file è stato ricevuto!
Una scritta apparve sul mio
monitor, cliccai su "apri" e davanti a me si presentò una foto del tutto
particolare.
Una donna, matura direi, poteva avere cinquant’anni,
portava un paio di scarpe nere con un tacco vertiginoso.
Stava seduta su una sedia di ferro battuto e mentre una
gamba poggiava a terra, l’altra finiva sul viso di un uomo.
Poggiava le braccia sullo schienale, mentre il tacco della sua scarpa, finiva
dentro la bocca dell’uomo, sdraiato per terra
e nudo.
Fissavo la bocca di quell’uomo, aperta sulla scarpa della
donna. Aveva gli occhi chiusi mentre si godeva la sottomissione da parte della
sua donna. Stava succhiando il tacco della scarpa!
Risalì la gamba della cinquant’enne, fino ad arrivare
alla sua fica, una peluria scura nascondeva le sue intimità.
Sullo schermo apparve una scritta.
"Vedo che ti piace la foto Lilli."
Distolsi lo sguardo dalla foto e riportai l’attenzione su
di me.
La mia mano era scivolata sotto la mia gonna, incurante
del mio interlocutore dall’altro lato della webcam.
Tolsi subito la mano e risposi al ragazzo: "si, è molto
eccitante" …!
Allora Sebastiano inviò un’altra foto, che cominciai a
scaricare.
Nel frattempo mi chiese di mio marito Gabriele, e
dell’altro figlio, quello maggiore.
Come attento lettore, mi fece notare che non ne avevo mai
parlato.
Lucio, è questo il suo nome . Quattro anni più grande di
Andrea.
La differenza di età tra di noi è minima e questo lo
percepisco anche quando a volte il suo sguardo si posa su di me.
Il file è stato
ricevuto!
Aprì e stavolta la composizione dell’immagine era
diversa.
L’uomo giaceva sempre a terra, ma stavolta la gamba della
donna era altrove, sul bacino di lui.
Con le dita del piede, pressava il cazzo dell’uomo, mentre
con il tallone si poggiava ai suoi
testicoli.
L’altra gamba era rialzata, sul letto, sostenuta da una
terza mano.
Non si vedeva la terza persona, ma era ben evidente
l’apertura posteriore della donna.
Notai come l’ano fosse aperto, un’ alone rosa, circondava
la circonferenza del buco del suo culo. Quella donna era stata scopata più
volte da dietro, lo denunciava l’apertura del suo culo.
Mi chiesi se anche il mio buchetto fosse in tali condizioni.
Mi chiesi se bastasse essere scopata qualche volta, affinché il buco del culo venisse deflorato
così tanto, mi chiesi se bastasse prendere qualche volta il cazzo nel culo per apparire così deflorata.
Rimasi catturata dall’immagine, fu Sebastiano ancora una
volta a svegliarmi da quel semi stato di ipnosi scrivendo un messaggio.
Cosa ne pensi Lilli?
Gli risposi di getto.
Gli chiesi chi fossero quei due.
Mi rispose che erano una coppia spostata da venticinque
anni, che avevano deciso di festeggiare
le loro nozze d’argento in un modo del tutto nuovo: un nuovo cazzo per la moglie, e le corna per
il marito, che da sempre aveva sognato di sentirsi umiliato davanti alla sua
signora.
Mi disse che a tenere alzata la coscia della signora c’era proprio
lui, che lo aveva fatto apposta per fotografare il buco del suo culo già
deflorato dal marito, ma recentemente sfondato anche dal suo cazzo.
Riguardai la foto, focalizzai la mia attenzione sull’uomo
di quella donna.
Stava godendo della moglie che davanti a lui le aveva appena
messo le corna, si era fatta scopare.
Il suo uccello era in tensione, circondato
dalle dita del piede della moglie. Sembrava stesse godendo tanto, anche se la
donna con il piede le stava comprimendo i testicoli.
Chiesi a Sebastiano, se si sentisse in colpa. Si era
intromesso dentro una coppia che viveva un rapporto coniugale di venticinque
anni. Come era riuscito a scopare quella donna? E poi, davanti al marito?
"E’ strano" mi scrisse Sebastiano…, "è strano che sia proprio tu a farmi tutte queste domande, che una donna
come te, che si fa chiavare dal figlio viva di limitanti morali, che una zoccola come te e che va a leccare la sborra dai fazzolettini
sporchi del figlio, si scandalizzi".
Quella sua risposta mi turbò… "mi ha detto che sono una troia",
pensai.
Lo congedai velocemente. C’era qualcosa di pericoloso in quelle parole, che mi feriva e mi eccitava.
Alcune lacrime cominciarono a scivolare sul mio viso, cominciai
a piangere, continuando a fissare quella foto.
Pensavo alle sue parole, mi sentivo umiliata nel mio essere
donna e nel mio essere mamma.
In quel momento la mano scivolò tra le mie cosce e le mie
dita cominciarono a bagnarsi dagli umori della mia fica.
Lilli
Questo racconto fa parte di una storia a puntate dal titolo: Il diario di Lilli.
Il diario è in continuo aggiornamento, ma se volessi leggerlo questo è l'indirizzo: CLICCA QUI
Se invece volessi scrivermi, mandarmi le tue impressioni, parlarmi della tua eccitazione, questa è la mia e-mail: lillidori70@gmail.com
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I tuoi racconti sono tremendamente eccitanti, ho il cazzo duro. Mammina Lilli, ti voglio scopare la fica, voglio sborrare nel tuo culo, farmelo succhiare. Sono tuo figlio, col cazzo grosso, che te lo sbatte sulla fica e in gola. Fammi un pompino mamma lilli. Fammi schizzare il cazzo.
RispondiEliminaRACCONTI EROTICI ben scritti. sei una MAMMA TROIA!
RispondiEliminaWowo, fantastico :)
RispondiEliminaEccellente racconto, mi sono sparato una sega indimenticabile!
RispondiEliminaSono Sempre Corrado questa è la mia Mail
RispondiEliminacorradolacomba@gmail.com
mi auguro che vorrai rispondere ciao
Sei eccitante e sensuale ma perversa e porca da farmi drizzare il cazzo
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